Referendum 8 e 9 giugno: cinque Sì per cambiare in meglio l’Italia

Referendum 8 e 9 giugno: cinque Sì per cambiare in meglio l'Italia

Descrizione

Referendum 8 e 9 giugno: cinque Sì per cambiare in meglio l’Italia

L’8 e il 9 giugno le cittadine e i cittadini del nostro Paese sono chiamati ad esprimersi su 5 quesiti referendari riguardanti temi di lavoro e cittadinanza. Si tratta di referendum abrogativi, il cui esito positivo determinerebbe importanti avanzamenti sulle condizioni di vita e di lavoro delle persone.

L’obiettivo è ripristinare le tutele in caso di licenziamenti illegittimi, contrastare l’abuso di contratti precari, estendere la responsabilità della sicurezza sul lavoro a committenti, appaltatori, subappaltatori, abbreviare i tempi per avviare le procedure di riconoscimento della cittadinanza.
Questioni che richiamano direttamente i principi fondanti la Costituzione repubblicana, in un contesto politico e culturale che vede ogni giorno i diritti e la dignità delle donne e degli uomini che vivono in questo Paese calpestati da logiche di profitto e prevaricazione.

Andare a votare significa scegliere da che parte stare. Il voto è uno strumento potente.

Come lavoratrici e lavoratori della conoscenza ne abbiamo la consapevolezza e ne sentiamo la responsabilità.
Perché le scuole (pubbliche e private), le università, le istituzioni AFAM, gli enti di ricerca e di formazione professionale (i settori privati della conoscenza) sono per eccellenza presidi di cultura democratica e di partecipazione.
Ma sono anche luoghi di precarietà e di sfruttamento del lavoro, di svilimento delle professionalità e di negazione dei diritti.

La missione che la Costituzione affida alla conoscenza, di promuovere condizioni di libertà e uguaglianza, è costantemente messa a rischio dal disinvestimento politico e finanziario nei nostri settori, a partire dalla mancanza di risorse per le stabilizzazioni, per il riconoscimento di pari diritti, per i rinnovi contrattuali.

Ma i luoghi della conoscenza sono anche autentici laboratori di intercultura e di inclusione, dove la cittadinanza non è concepita come un privilegio da preservare ma come diritto da estendere, non è in funzione della difesa dei confini identitari in senso protettivo rispetto a un’alterità estranea e minacciosa ma dell’allargamento e dell’arricchimento dei confini soggettivi.
Il referendum per la riduzione a cinque anni del requisito di residenza per consentire alle cittadine e ai cittadini migranti di richiedere la cittadinanza è un’opportunità di piena integrazione anche per 900 mila alunne e alunni che frequentano le scuole statali del nostro Paese, perché quando uno dei genitori diventa cittadino italiano, anche i figli minori conviventi ottengono automaticamente la cittadinanza.
Si tratta di bambine, bambini, adolescenti, in gran parte nati in Italia, o arrivati in tenera età, che parlano la nostra lingua, giocano, studiano e crescono con i nostri italianissimi figli e nipoti, ma non hanno gli stessi diritti.

Per questo la FLC CGIL invita le lavoratrici e i lavoratori della conoscenza a votare l’8 e 9 giugno.

PER I DIRITTI
PER LA GIUSTIZIA
PER LA DIGNITÀ
PER LA SICUREZZA SUL LAVORO
PER UNA CITTADINANZA CHE NON ESCLUDA MA ACCOLGA.

5 SÌ PER NON GIRARCI DALL’ALTRA PARTE, 5 SÌ PER CAMBIARE L’ITALIA

Istituto Comprensivo "G. Gozzano"
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